lunedì 18 maggio 2009

Cultura musicale

Quando qualcuno ci prova con una ragazza che ne sa più di te di musica, le figure di merda sono inevitabili.

LUI: Che musica ascolti?
LEI: Dream Theater
LUI: Piacciono molto anche a me... Qual è la tua canzone preferita?
LEI: "Erotomania"
LUI: Wow! Piace molto anche a me!!! Ha un testo fantastico!!!
LEI: ...Sì, è vero.*

*Pausa obbligatoria prima di rispondere, per far mente locale sulla miglior reazione possibile tra: ridergli in faccia, restare zitta o dirgli qualcosa, e, nell'ultimo caso, ponderare sulla frase giusta da dire.
Il motivo (per chi non lo sapesse) è semplice: "Erotomania" è strumentale, quindi non ha testo.


(Amora perdonami, ma DOVEVO diffonderla XD Anzi, correggimi se ho saltato qualche passaggio o aggiunto qualcosa)

mercoledì 6 maggio 2009

"A rite of passage"


Ringraziando il link inviatomi tramite newsletter dalla Road Runner Records, il nuovo singolo dei Dream Theater è da oggi entrato a far parte del mio arsenale di mp3.

Diamogli tutti un caloroso benvenuto!!!

giovedì 23 aprile 2009

22/04/2009: Concerto Stick Men (Tony Levin, Pat Mastellotto, Michael Bernier)

Che dire... assolutamente SPLENDIDO!!!
Un concerto così credo che non lo vivrò mai più in vita mia (anche se aspetto di vedere i Sonata e i DT per confermare)... E pensare che non volevo nemmeno andarci più (non smetterò mai di ringraziare "mio marito" per aver cercato di dissuadermi fino all'ultimo).
Il fatto che fossi solo io ad andarci mi ha demoralizzato un po', malgrado abbia venduto un rene e parte della mia salute (e del mio piede) per trovare il biglietto, e fino all'ultimo avevo sperato in una mia amica, nel gestore della mia palestra, in mio cugino e in mio cognato, ma mi hanno appeso tutti, e mi ero fatta prendere dallo sconforto (senza considerare mio padre, che non voleva mandarmi da sola... non per il concerto, ma perchè la stazione della cumana più vicina al luogo del concerto è pericolosa -_-'' cioè, viviamo nella zona più pericolosa di Napoli e non mi è ancora successo niente [*grattata*]).
Poi, 6 ore prima del concerto mio fratello mi dice che sarebbe venuto anche lui, anche se non gli andava per niente di spendere 22 euri per un concerto (ovviamente si è ricreduto).

Arriviamo al Palapartenope circa 40 minuti prima dell'inizio del concerto.
Non trovando nessuno all'ingresso pensavamo che i cancelli fossero stati aperti da parecchio e che avremmo faticato a trovare posto (NB: avevo anche messo un paio di scarpe dalle zeppe a dir poco spropositate, temendo di non riuscire a vedere nulla). Invece, siamo davanti ad una fila pressocchè inesistente (6 persone compresi noi due) davanti ai cancelli chiusi. Per un po' di tempo, abbiamo creduto che il concerto sarebbe stato annullato, ma poi aprono i cancelli.
Dopo aver cercato per qualche minuto dove si trovasse la Casa della Musica (esattamente dietro al teatro Palapartenope) approfittiamo del fatto di essere arrivati tra i primi e ci sistemiamo nei posti (a sedere) in primissima fila, al centro (cosa che ha reso totalmente inutile le zeppe spropositate di cui prima, per la gioia della mia schiena). Per passare il tempo, scommettevamo su quante persone sarebbero venute al concerto: scommessa vinta da me, visto che avevo detto 50 e lui 100 ed effettivamente eravamo 42 persone.

Il concerto inizia con 10 minuti di ritardo (quindi si può dire che fossero ancora puntuali) e subito il gruppo gioca tutte le sue carte. In circa due ore gli Stick Men hanno suonato pezzi del loro nuovo album, qualcosa dei King Crimson e improvvisato un po', scherzando anche con noi con il nome di un loro pezzo (Soup-qualcosa).
Levin parla un italiano a dir poco perfetto, e in più il fatto di trovarci in primissima fila (praticamente sotto il suo naso) ci ha permesso di interagire direttamente con lui e gli altri due (Mastellotto, il batterista, guardava sempre e solo mio fratello, mentre Levin mi chiedeva di confermare le pronunce in italiano).

Sprecherei solo tempo a descrivere l'immensa bravura di Levin (se non lo conoscete, siete degli eretici!), quindi mi concentro sugli altri due.
Micheal Bernier è lo stick-man più giovane del mondo, e secondo le stesse parole di Levin usa una tecnica molto strana e particolare per suonarlo (a mio avviso, eccezionale). Alternava l'uso del tapping e della "schitarrata" con una rapidità e una scioltezza che dire impressionante è dir poco, come se lo stick fosse uno strumento facile da suonare quanto il flauto che si usa alle scuole medie. In più, ha una voce molto profonda che non ti aspetteresti mai da un ragazzo della sua età, diciamo l'effetto che fece a suo tempo Jim Morrison: piccolo e magro ma con la voce baritonale.
Pat Mastellotto è come Levin uno dei componenti dei King Crimson. I due suonano insieme da 15 anni (lo stesso Mastellotto disse: "Non sono abbastanza!") e per quanto mi riguarda potrebbe tranquillamente essere paragonato a quel mostro di Mike Portnoy quanto a bravura. La batteria era abbastanza complessa (lo circondava completamente), e non contento di suonare in controtempi assurdi (motivo del paragone con il mio adorato Mike), usava contemporaneamente un computer per gestire gli effetti sonori, i riverberi dei suoni e non so cos'altro. In poche parole, un mostro.

A fine serata, visto che eravamo in pochi (di meno rispetto a quanti hanno effettivamente seguito il concerto), si sono fermati per qualche minuto per firmare autografi e fare due chiacchere.
Levin disse che era sorpreso del fatto che praticamente tutti parlassero inglese (in realtà anche io), così si è tranquillizzato e si è sciolto in una bella parlantina spedita, parlando sia del fatto che suona lo stick relativamente da poco, che sapeva che sarebbero venute o tantissime o pochissime persone a questa serata (cosa che gli succede praticamente ogni volta che viene in Italia) e altro ancora.
Mentre mio fratello chiacchierava con Mastellotto (diventato suo nuovo idolo), io mi sono intrattenuta un po' di più con Levin e Bernier i quali si scusavano con noi del fatto che all'inizio avessero sbagliato l'attacco tra una canzone e l'altra per motivi tecnici. A quel punto, gli ho detto: "Credo che sia la cosa più bella per un musicista il fatto di poter sbagliare: li rende umani" e lui mi ha ringraziato per lo splendido complimento stringendomi calorosamente la mano ( la mia faccia subito dopo era questa: *___*), poi mi ha chiesto come facesse una ragazza della mia età a conoscerlo (visto che l'età media lì era di 30-40 anni) e gli ho confessato di averlo conosciuto grazie a Liquid Tension Experiment (il suo progetto con i Dream Theater) e lui mi ha detto: "Tranquilla, loro sbagliano anche più di me" (non so se esserne contenta o meno: quest'affermazione ha sia reso Rudess, Petrucci e Portnoy "umani" ai miei occhi, ma al contempo mi ha quasi fatto crollare un mito..).

Me ne sono andata a malincuore da lì, ma si era fatto davvero tardi, e sia io che mio fratello dopo l'adrenalina da concerto vissuto in prima fila (cosa che dubito mi ricapiterà mai nella vita) e la forte emozione di aver parlato con uno dei miti viventi della musica eravamo a dir poco distrutti.

Tornati a casa, mi sono messa un po' al pc perchè volevo ringraziare "mio marito" del fatto di avermi convinto ad andare (mi aveva convinto ad andarci anche da sola perchè poteva anche darsi che sarei riuscita a fare qualche conoscenza interessante) e per salutarlo, visto che di lì a poche ore sarebbe partito per il Giappone (invidia a mille).







Domani comincia il ComiCon, e devo ancora finire il costume, tanto per cambiare.
Vi aspetto alla sfilata di domenica. Partecipate in tanti, che quest'anno gli AnimeBoarders daranno il meglio (o peggio?) di sè ^__^

martedì 14 aprile 2009

"Tampopo"

Per la gioia dei miei amici giappofili dell'università, ho finalmente visto il film "Tampopo", che loro avevano già visto più o meno un anno fa all'università, mentre io ero allegramente a Disneyland.

Considerando il semplice fatto che era stato consigliato dai nostri prof di giapponese, eravamo abbastanza scettici sul guardare o meno questo film come anche gli altri della rassegna di cinema giapponese organizzata dall'università (avete presente i film di Kurosawa? Ci aspettavamo più o meno quel genere di film). Ma la scelta di "Tampopo" come primo film è stata positiva per attirare quanti più studenti possibili. Peccato per la seconda scelta, "Tokyo Monogatari" ("Storie di Tokyo"), che ha letteralmente decimato le presenze a questa rassegna (e io ho rinunciato ai 2 cfu dopo essermi addormentata solo dopo 10 minuti di questo film).

Dicevo, la scelta di "Tampopo" è stata azzeccata e a dir poco sorprendente, conoscendo i miei prof. Il film è piacevole da vedere, anche se in lingua originale con i sottotitoli, e la storia, anche se a tratti è al limite dell'assurdo, è davvero carina. In molti punti non riuscivo a non ridere come un'isterica.

La storia è di una ristoratrice di nome Tampopo un po' in difficoltà con gli affari. Un giorno, un camionista capita nel suo ristorante e decide di aiutarla a rimettere in piedi l'attività, facendola incontrare con personaggi bizzarri che l'aiuteranno a migliorare la sua tecnica di preparazione del ramen (zuppa di spaghetti e carne).
Oltre alla storia di Tampopo, Goro e gli altri aiutanti, ci sono altri brevi episodi "mangerecci" di vita più o meno quotidiana di Tokyo, che vanno dal più classico (una coppia che fa' sesso usando il cibo) al più assurdo (un gruppo di barboni che si rivela essere un gruppo di intenditori di vini francesi e alta cucina), il tutto riconducente al tema del cibo come momento essenziale della vita, sia nella preparazione che nell'assaporazione dello stesso.
Un'ode allo slow food e al mangiar bene e sano.

Il film si può trovare facilmente anche in Divx, cosa un po' più ardua per i sottotitoli, ma che ho trovato su questo sito: http://www.asianworld.it/cercasub.php
Consigliatissimo a tutti, giappofili e non.

...e in più, l'attore che interpreta il personaggio di Goro ha lo stesso fascino del prof. Oue (uno dei miei prof di cui sopra).

mercoledì 8 aprile 2009

Sarà la volta buona?

25 novembre all'Alcatraz di Milano...
Riuscirò a vedere il mio beneamato Tony (Kakko, dei Sonata Arctica) dal vivo???

Lo scopriremo solo nella prossima puntata di: Takochan e l'impossibilità di andare ai concerti


Intanto, mi vado a vedere Tony Levin. Almeno lui viene a Napoli, ecceccacchio!

martedì 31 marzo 2009

Legge Orsi

Tanto per cambiare, il nostro splendido governo ha deciso non solo di rovinare la nostra vita, ora anche quella degli animali.
Per chi non fosse informato di ciò, il senatore Franco Orsi ha proposto una legge che dal mio punto di vista ha dell'incredibile, oltre che del disumano: permesso di caccia (ossia, porto d'armi) a 16 anni, caccia aperta tutto l'anno, aumento del numero delle specie cacciabili (anche protette), caccia di specie migratrici fino a un'ora dopo il tramonto, utilizzo illimitato di uccelli da richiamo vivi (anche di specie protette); il tutto modificando la già in vigore la legge 157 del 1992 sulla protezione della fauna in Italia.

Per far fronte a questo schifo (perchè non c'è altro termine per definirlo), vi invito tutti a firmare la petizione indetta da WWF Italia al seguente link:
http://www.wwf.it/client/PetizioneCacciaOrsi.aspx

venerdì 20 marzo 2009

Altro test musicale

Regola: Scegli un cantante/gruppo e rispondi alle domande utilizzando esclusivamente titoli delle sue/loro canzoni.
Non riuscendo a scegliere tra i Sonata Arctica e i Dream Theater, l'ho fatto con entrambi (rispettivamente prima e seconda risposta).
  • Sei maschio o femmina? Mary-Lou / As I Am
  • Descriviti: Black Sheep / Six degrees of inner turbolence
  • Cosa provano le persone quando stanno con te? Wildfire / Erotomania (non me la sto tirando: sono le uniche resposte sensate che ho trovato...)
  • Descrivi la tua ultima relazione: The end of this chapter / Disappear
  • Descrivi la tua corrente relazione: The power of one / Finally free
  • Dove vorresti trovarti ora? Champaghe Bath / Beyond this life
  • Come ti senti nei riguardi dell'amore? Blinded no more / Trial of tears
  • Com'è la tua vita? In black and white / Hell's kitchen
  • Che cosa chiederesti se avessi a disposizione un solo desiderio? Fly with the black swan / Take away my pain
  • Di' qualcosa di saggio: False news travel fast / Take the time

domenica 15 marzo 2009

Counting down the days

Per la gioia di grandi e piccini (ma più per i grandi, direi), il 23 giugno uscirà il decimo album dei Dream Theater!!!
...e io già mi sono innamorata della cover


domenica 8 marzo 2009

Test musicale

Sta girando parecchio su Facebook (sì.. purtroppo ci sono caduta anche io.. Ma state tranquilli: non è ancora diventata una droga. Niente giochini idioti o simili!!!), ma siccome non mi va' di usare faccialibro come un blog (come molti altri stanno facendo), ho deciso di copincollare il test da lì a qui, ossia su un vero blog.
L'idea però non è male...


REGOLE (da cui ho ovviamente tolto quelle valide solo su faccialibro):
1. Imposta il tuo lettore mp3 in "riproduzione casuale".
2. Per per ogni domanda, premi il tasto avanti per avere la risposta dal tuo lettore.
3. Scrivi il nome della canzone che compare, non importa quanto stupida.

SE QUALCUNO TI CHIEDE COME STAI, COSA RISPONDI?
"Senza parole" - Vasco Rossi [direi perfetta come risposta]


COME DESCRIVERESTI TE STESSO?

"Dillo alla luna" - Vasco Rossi [O.o vabè che ho il ciclo, ma mi sembra un po' esagerata come cosa...]


COSA TI PIACE IN UNA RAGAZZA O UN RAGAZZO?

"Imagine" - A perfect circle [per fortuna la canzone non è così superficiale come il titolo potrebbe intendere...]

OGGI COME TI SENTI?

"Wake up call" - Maroon 5 [effettivamente non mi sarei voluta svegliare stamattina, ed è altrettanto vero che mi sono alzata per colpa del telefono...]

QUAL E' LO SCOPO DELLA TUA VITA?

"Otherside" - Red Hot Chili Peppers [eh beh...]

QUAL E' IL TUO MOTTO?

"Gimmi I." - Elio e le Storie Tese [ahahahahahahahahah]


COSA PENSANO DI TE I TUOI AMICI?

"Divinity II" - Final Fantasy VII: Advent Children OST [e poi dicono che non ho autostima...]

COSA PENSANO DI TE I TUOI GENITORI?

"Unforgivable sinner" - Lene Marlin [O.O]

A COSA PENSI SPESSO?

"Spiderman" - Micheal Bublè [certo... il mio sogno erotico numero uno... =_='']


COSA PENSI DEL TUO MIGLIORE AMICO?

"The seed 2.0" - The Roots ft. Cody Chesnutt [avvai! viviamo tutti in FFVIII!!!!]

QUAL E' LA STORIA DELLA TUA VITA?

"Princes of the universe" - Queen [wow...]

COSA FARAI QUANDO SARAI PIU' GRANDE?

"Rebel rebel" - David Bowie [niente male...]


COSA PENSI QUANDO VEDI UNA PERSONA CHE TI PIACE?

"The silent man" - Dream Theater [effettivamente è vero...]


COSA BALLERAI AL TUO MATRIMONIO?

"What have you done" - Within Temptation ft. Keith Caputo [oddio nooooooo]


COSA SUONERANNO AL TUO FUNERALE?

"Video killed the radio star" - The Buggles [avrei preferito Anarchy in the UK, ma fa' lo stesso...]


QUAL E' IL TUO PASSATEMPO PREFERITO?

"In the land of twilight, under the moon" - .hack//SIGN OST n° 2 [ah già.. mi ero dimenticata di essere satanista...]

QUAL E' LA TUA PAURA PIU' GRANDE?

"Hero" - Chad Kroeger ft. Josey Scott [O.o]

QUAL E' IL TUO SEGRETO PIU' NASCOSTO?

"Comfortably numb" - Pink Floyd [è vero...]


COSA STAI FACENDO ADESSO?

"Stop" - Pink Floyd [è vero.. nullafacenza totale]


COSA PENSI DEI TUOI AMICI?

"Make me bad" - Korn [forse qualcuno... ma nel senso buono]


CHE TITOLO METTERAI A QUESTA NOTA?

"Romeo and Juliet" - Dire Straits


Lo posso rifare???

martedì 3 marzo 2009

Il Giappone è dentro di me

...letteralmente!!!
L'infezione che ho alla tiroide (una cosa molto leggera, non morirò per questo, tranquilli), e che tralaltro è ereditaria, si chiama Tiroidite di Hashimoto.

Quando si dice "Ce l'hai nel DNA"...

mercoledì 18 febbraio 2009

Ligabue ha torto

Non è vero che la neve se ne frega.
Quei pochi fiocchi che sono caduti oggi pomeriggio mi hanno fatto dimenticare per qualche istante tutti i miei problemi.

NB: Io vivo a Napoli.

giovedì 5 febbraio 2009

Letteratura Giapponese I

26.
E fanculo a quel pedofilo Genji e a tutte le sue amanti.

giovedì 29 gennaio 2009

"Paid in full"

It's hard for me to love myself right now
I've waited, hated, blamed it all on you
It's hard for me to love your face right now
I'm waiting, hating, needing being me
I need you less and less
Every day leads us further away
From that moment
It's hard for me to hate myself right now
Finally I understand me
One day we may have a new me and you
But first I need to learn to love me too

lunedì 26 gennaio 2009

A volte...

...mi chiedo perchè alcune persone si divertano così tanto a scherzare con i sentimenti altrui.
Soprattutto sotto esami.

Non so nemmeno se mandarti a fanculo o no...

sabato 24 gennaio 2009

sabato 17 gennaio 2009

A A A

Cercasi fancazzisti omonimi per progetto omonimia.

Chiunque sia un omonimo dei seguenti nomi: Serena, Diego, Maria, Pasquale, (in particolare Diego e Maria) o abbia un altro nome ma conosce un proprio omonimo (il quale deve essere favorevole a collaborare per questo progetto), lasci un commento.

Il giorno in cui i sovracitati fancazzisti e i loro rispettivi omonimi si decideranno a fare qualcosa, informeranno coloro che lasceranno il proprio commento riguardo al progetto e (in caso di accettazione) li coinvolgeranno nello stesso.

Grazie per l'omonima attenzione.

martedì 13 gennaio 2009

...

"Non parteciperò alla cerimonia di insediamento di Obama perchè io non sono una comparsa: sono un protagonista"
(S. Berlusconi)
Prima gli da' dell'abbronzato, adesso questo... Ma dove andremo a finire?

La nostra canzone

Dopo un anno e 8 mesi, finalmente io e il mio ragazzo abbiamo deciso quale dovesse essere la nostra canzone, dopo averne scartate altre dello stampo di "Scar Tissue", "Replica", "One last time" e "I'll never fall in love again" (quest'ultima per fortuna sconosciuta ai più).
Tutte canzoni consigliate se volete portare sfiga ad una coppia che non sopportate.

Sperando che questa sia la definitiva...

lunedì 29 dicembre 2008

"Oceano mare", citazioni - 1

LIBRO PRIMO, CAPITOLO I
Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare - nell'aria fredda di un pomeriggio quiasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord.
La spiaggia. E il mare.
Potrebbe essere la perfezione - immagine per occhi divini - mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera dinita ed esatta, verità - verità - ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfesione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore.
Il cavalletto è ancorato con corde sottili a quattro sassi posati nella sabbia. Oscilla impercettibilmente al vento che sempre soffia da nord. L'uomo porta alti stivali e una grande giacca da pescatore. Sta in piedi, di fronte al mare, rigirando tra le dita un pennello sottole. Sul cavalletto, una tela.
E' come una sentinella - questo bisogna capirlo - in piedi a difendere quella porzione di mondo dall'invazione silenziosa della perfezione, piccola incrinatura che sgretola quella spettacolare scenografia dell'essere. Giacchè sempre è così, basta il barlume di un uomo a ferire il riposo di ciò che sarebbe un attimo dal diventare verità e invece immediatamente torna ad essere attesa e domanda, per il remplice e infinito potere di quell'uomo che è feritoia e spiraglio, porta piccola da cui rientrano storie a fiumi e l'immane repertorio di ciò che potrebbe essere, squarcio infinito, ferita meravigliosa, sentiero di passi a migliaia dove nulla più potrà essere vero ma tutto sarà - proprio come sono i passi di quella donna che avvolta in un mantello viola, il capo coperto, misura lentamente la spiaggia, costeggiando la risacca del mare, e riga da destra a sinistra l'ormai perduta perfezione del grande quadro consimando la distanza che la divide dall'uomo e dal suo cavalletto fino a giungere a qualche psso da lui, e poi proprio accanto a lui, dove diventa un nulla fermarsi - e, tacendo, guardare.
L'uomo non si volta neppure. Continua a fissare il mare. Silenzio. Di tanto in tanto intinge il pennello in una tazza di rame e abbozza sulla tela pochi tratti leggeri. Le setole del pennello lasciano dietro di sé l'ombra di una pallidissima oscurità che il vento immediatamente asciuga riportando a galla il bianco di prima. Acqua. Nella tazza di rame c'è solo acqua. E sulla tela, niente. Niente che si possa vedere.
Soffia come semper il venti da nord e la donna si stringe nel suo mantello viola.
- Plasson, sono giorni e giorni che lavorate quaggiù. Cosa vi portate in giro a fare tutti quei colori se non avete il coraggio di usarli?
Questo sembra risvegliarlo. Questo l'ha colpito. Si gira a osservare il volto della donna. E quando parla non è per rispondere.
- Vi prego, non muovetevi -, dice.
Poi avvicina il pennello al volto della donna, esita un attimo, lo appoggia sulle sue labbra e lentamente lo fa scorrere da un angolo all'altro della bocca. Le setole si tingono di rosso carminio. Lui le guarda, le immerge appena nell'acqua, e rialza lo sguardo verso il mare. Sulle labbra della donna rimane lìombra di un sapore che la costringe a pensare "acqua di mare, quest'uomo dipinge il mare con il mare" - ed è un pensiero che dà i brividi.
Lei si è già voltata da tempo, e già sta rimisurando l'immensa spiaggia con il matematico rosario dei suoi passi, uano il vento passa sulla tela ad asciugare uno sbuffo di luce rosea, nudo a galleggiare nel bianco. Si potrebbe stare ore a guardare quel mare, e quel cielo, e tutto quanto, ma non si potrebbe trovare nulla si quel colore. Nulla che si possa vedere.
La marea, da quelle parti, sale prima che arrivi il buio. Poco prima. L'acqua circonda l'uomo e il suo cavalletto, se li piglia, adagio ma con precisione, restano lì, l'uno e l'altro, impassibili, come un'isola in miniatura, o un relitto a due teste.
Plasson, il pittore.
Viene a prenderselo, ogni sera, una barchetta, poco prima del tramonto, che l'acqua li è già arrivata al cuore. E' così che vuole, lui. Sale sulla barchetta, ci carica il cavalletto e tutto, e si lascia riportare a casa.
La sentinella se ne va. Il suo dovere è finito. Scampato pericolo. Si spegne nel tramonto l'icona che ancora una volta non è riuscita a diventare sacra. Tutto per quell'ometto e i suoi pennelli. E ora che se n'è andato, non c'è più tempo. Il buio sospende tutto. Non c'è nulla che possa, nel buio, diventare vero.


CAPITOLO II
- Cosa vedi Edel?
Nella camera della figlia, il barone sta in piedi di fronte alla parete lunga, sena finestre, e parla piano, con una dolcezza antica.
- Cosa vedi?
Tessuto di Borgogna, roba di qualità, e paesaggi come tanti, un lavoro fatto bene.
- Non sono paesaggi qualunque, Edel. O almeno, non lo sono per mia figlia.
Sua figlia.
E' una specie di mistero, ma bisogna cercare di capire, lavorando di fantasia, e dimenticare quel che sis a in modo che l'immaginazione possa vagabondare libera, correndo lontana dentro le cose fino a vedere come l'anima non è sempre siamante ma alle volte velo di seta - questo posso capirlo - immagina un velo di seta trasparente, qualunque cosa potrebbe stracciarlo, anche uno sguardo, e pensa alla mano che lo prende - una mano di donna - sì - si miove lentamente e lo stringe tra le dita, ma stringere è già troppo, lo solleva come se non fosse una mano ma un colpo di vento e lo chiude tra le dita come se non fossero dita ma... - come se non fossero dita ma pensieri. Così. Questa stanza è quella mano, e mia figlia è un velo di seta.
Sì, ho capito.
- Non voglio cascate, Edel, ma la pace di un lago, non voglio querce ma betulle, e quelle montagne in fondo devono diventare colline, e il giorno un tramonto, il vento una brezza, le città paesi, i castelli giardini. E se proprio ci devono esser dei falchi, che almeno volino, e lontano.
Si, ho capito. C'è solo una cosa: e gli uomini?
Il barone tace. Osserva tutti i personaggi dell'enorme tappezzeria, uno ad uno, come a sentire il loro parere. Passa da una parte all'altra, ma nessuno parla. C'era da aspettarselo.
- Edel, c'è un modo di fare degli uomini che non facciano del male?
Se la dece essere chiesta anche Dio, questa, al momento buono.
- Non so. Ma ci proverò.
Nella bottega di Edel Trut lavorarono dei mesi con i chilometri di filo di seta che il barone fece arrivare. Lavorarono in silenzio perchè, diceva Edel, il silenzio doveva entrare nella trama del tessuto. Era un filo come gli altri, solo che non lo vedevi, ma lui c'era. Così lavoravano in silenzio.
Mesi.
Poi un giorno un carro arrivà al palazo del baroe, e sul carro c'era il capolavoro di Edel. Tre enormi rotoli di stoffa che pesavano come croci in processione. Li portarono su per la scalinata e poi lungo i corridoi e di porta in porta fino al cuore del palazzo, nella stanza che li aspettava. Fu un attimo prima che li srotolassero che il barone mormorò
- E gli uomini?
Edel sorrise.
- Se proprio ci devono essere degli uomini, che almeno volino, e lontano.

domenica 28 dicembre 2008

Rivelazioni

Ho appena scoperto che questo blog si vede meglio su Explorer che su Firefox.
Il che mi inquieta alquanto...