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sabato 7 gennaio 2012

"Game of Thrones"

"When you play the Game of Thrones you win or you die."


La prima stagione si è conclusa da qualche giorno in Italia (su Sky, ringraziando il cielo), ma, dopo aver visto la prima metà del primo episodio, ho comunque preferito vederlo in lingua originale, e a quanto ho capito ho fatto la cosa migliore.
L'adattamento italiano era pessimo già a partire dal titolo, "Il Trono di Spade", ma ciò è dovuto alla pessima traduzione italiana della saga di romanzi da cui è tratto ("Cronache del Ghiaccio e del Fuoco", di George R. R. Martin) .

Se vi è piaciuto "Il Signore degli Anelli", sia cinematografico che cartaceo, direi che potreste restare piacevolmente sorpresi da questa serie. E non lo dico perchè il protagonista, Eddar Stark, è interpretato da nientepopodimenoche Sean Bean (Boromir nella trilogia tolkeniana di Peter Jackson, per intenderci), ma perchè è un ottimo fantasy, anche se un po' "sui generis", visto che non ci sono hobbit o elfi e l'unico nano che troviamo è semplicemente un tipo simile a Brunetta (ma decisamente migliore del nostro ex-ministro).
Le ambientazioni sono molto realistiche, i castelli, le sale, le foreste e quant'altro sono degne del miglior film mai girato, il trucco e gli abiti sono splendidi e la computer grafica è ridotta al minimo, il che la dice lunga sul lavoro che è stato fatto.
Inoltre, gli attori sono bravissimi, Sean Bean e Peter Dinklage in primis: riescono a farci amare o odiare i personaggi da loro interpretati a seconda della situazione (vedi Tyrion Lannister), e i personaggi femminili sono stupendi (dire che hanno le palle è dir poco).
E poi la storia: intrighi politici, qualche scandalo che fa sempre bene, guerre, corruzione, vecchie leggende che tornano in vita, l'onore e gli amori che diventano più o meno importanti a seconda delle occasioni, alcool e sesso. Colpi di scena a morire, insomma.

Come già detto, l'adattamento italiano è pessimo. Non parlo del doppiaggio, perchè quello va abbastanza bene, ma parlo proprio a livello di dialoghi e traduzioni. In italiano i dialoghi sono meno "buzzurri" e hanno anche cambiato la pronuncia di qualche nome. La cosa positiva (???) è che hanno mantenuto le traduzioni dei libri (Winterfell è diventata Grande Inverno, giusto per fare un esempio stupido), anche se da "eretica" forse avrei preferito una traduzione diversa.

Sono 10 episodi, 10 ore in tutto che credo valga la pena di spendere, se uno ama il genere, se ne ha voglia e, ovviamente, se ha quelle 10 ore.
Non ho ancora letto i libri di George Martin, ma la visione della serie mi ha incuriosito moltissimo e credo che prima o poi lo farò. Ora devo "solo" aspettare aprile per vedere la seconda serie...

martedì 29 marzo 2011

La fine di un'era

"Comprendi che un film ha marcato un'intera generazione quando i suoi posters non hanno alcun nome scritto sopra ma tutti sanno quale film sia." [cit.]




...e la cosa mi mette una malinconia assurda.
E' incredibile che siano passati 11 anni da quando ho sfogliato le mie primissime pagine di Harry Potter. Intere estati passate a leggere, mesi in attesa del capitolo successivo della saga, le maledizioni lanciate ai giornalisti che ti raccontavano la fine del libro a 2 ore dall'uscita mondiale (dopo aver scoperto i finali del quinto e del sesto libro per colpa dei TG, sono riuscita a non sapere come finiva il settimo fino al giorno prima dell'uscita italiana, e per colpa di mio padre) e le emozioni provate malgrado gli spoiler.
Tutto finirà il 13 luglio di quest'anno (in Italia uscirà due giorni prima, bwahahah). Finirà un'era, nel vero senso della parola. Ed è molto probabile che dopo quel giorno io diventi veramente grande, perchè Harry Potter ha rappresentato la mia infanzia, molto più dei film Disney.

E mi unisco al coro di milioni di fan, che ringraziano zia Row per aver creato questo fantastico mondo, per averci cresciuto nel vero senso della parola, anche se come lettori, e perchè spero che quando sarò più grande, e mi capiterà di sfogliare di nuovo quelle pagine, mi farà tornare bambina.

giovedì 3 marzo 2011

"Black swan"

Un film con i controcoglioni.
E la mano del regista si sente (è lo stesso di "Requiem for a dream" e "The wrestler").
Thriller psicologico, anche se è quasi al limite dell' "horror" psicologico, poichè resti letteralmente incollato alla poltrona per via dell'ansia che ti mette.
Natalie Portman è a dir poco eccezionale (oscar più che meritato). Tutta la storia è vista dalla sua prospettiva, le sue paure, le sue voglie, i suoi dolori e le sue passioni, e fino alla fine non si capisce cosa sia vero e cosa sia solo frutto della sua immaginazione.
Vincent Cassel è enigmatico: non si capisce quale sia il suo vero scopo, se sfruttare la sua nuova "principessina" per far soldi o farla realmente sbocciare come ballerina.
Anche tecnicamente parlando è fantastico: fotografia e regia sono a dir poco perfette, e non ci si potrebbe aspettare altro da quel regista (se avete visto i due film da me nominati prima avete capito di cosa parlo).

Raramente un film mi ha suscitato tante emozioni tutte insieme.
Lo consiglio vivissimamente, ma solo se siete abbastanza forti sia di stomaco che di fegato: non c'è un minuto tranquillo in tutto il film, nemmeno quando sembra che ci sia un po' di tregua dalle seghe mentali della protagonista, ma è questa la bellezza del film.

Qui potete vedere il trailer.

martedì 16 novembre 2010

The Twilight Saga

Devo recuperare un po' tutti i post che non ho scritto negli ultimi... diciamo... quindici mesi (ringrazio il cielo di essere un'appuntatrice ossessiva di qualunque cosa), quindi diamoci alla pazza giUoia.


Partiamo dal presupposto che sono sopravvissuta alla lettura di quest'emerita stronzata giusto perchè ero reduce dall'esame di Letteratura Inglese Moderna e Contemporanea che mi ha costretta alla lettura più pesante, contorta e sadica che esista (l'Ulisse di James Joyce) (ma che mi ha regalato uno degli unici due 30 e lode della sessione d'esame, ohohoh), e quindi non avevo la minima intenzione di leggere qualcosa di non dico altrettanto contorto e sadico, ma almeno non così pesante.
Mi ero ripromessa di leggerli prima o poi (cosa che ho fatto), considerando che ho anche visto i film e la parodia (decisamente meglio riuscita degli "originali") al cinema, ma più per "conoscere il nemico" e vedere l'autrice dove volesse andare a parare che per pura passione bimbominkiosa.

Ma andiamo per gradi.
L'analisi di Twilight l'ho già fatta a suo tempo, e la rilettura non ha fatto altro che confermare quello che avevo già detto/scritto, anche se devo fare un mea culpa: i capelli di Esme sono castani, sono io che li ho erroneamente immaginati biondo platino.

New Moon
Il mio essere donna un tantinello più grande della protagonista (che qui ha 18 anni) mi impone di pormi degli interrogativi. La depressione da abbandono ci sta tutta, e fin qui non riesco a darle torto considerando che posso (quasi) dirmi nella sua stessa situazione, ciò non toglie che non riesco ancora a capire come diavolo sia riuscita a trattenersi.
Insomma, ti si presenta davanti agli occhi un figone della madonna, decisamente più "carnale" del coso freddo e striminzito con cui stavi prima (100 punti a favore di Jacob) che dice di amarti (o meglio, te lo sbatte letteralmente in faccia) e tu non riesci a far altro che pensare al coso freddo e striminzito di cui sopra che ti ha abbandonato tra le più atroci sofferenze psicologiche (forse nel suo caso anche fisiche)?
Ma lasciati andare un po', sorella! Guarda al futuro e pensa a tromba.. ehm.. ad essere felice.
Senza contare della terribile battuta del film, e se ci penso mi viene ancora da ridere.
Scena: Bella va alla riserva indiana, incazzata come una bestia perchè il suo amichetto del cuore non si fa vedere nè sentire da diverso tempo, e lo trova lì, davanti a lei, a petto nudo, con addominali scolpiti, bicipiti erculei e un paio di chiappe che farebbero invidia al David di Michelangelo e la prima cosa che gli dice qual è? "Ti sei tagliato i capelli?"
TI SEI TAGLIATO I CAPELLI???? Io come minimo avrei detto "Minchia!"
Per il resto, trama scontata, così come lo stile di scrittura (per quanto riguarda il libro) e un uso dello slow motion (nel film) degno di un oscar (anche se i cambi di scena erano davvero carini...).

Eclipse
Sia film che libro a livelli di sopportazione quasi ai minimi storici. In particolare il personaggio di Edward. Detto in poche parole: è un rompicoglioni assurdo!
Io capisco la gelosia e posso anche chiudere un occhio sull'iperprotettività (c'è comunque una vampira assatanata che la vuole uccidere), ma qui si rasenta lo stalking! E non la fai uscire di casa, e l'accompagni e la vai a prendere in ogni angolo del mondo, e spii i pensieri di Jacob per capire questa che cavolo sta combinando... senza contare la tortura psicologica. Insomma, per realizzare l'unico suo desiderio la costringi a sposarti? E questo comporta il sentirsi in colpa di Bella quando Jacob scopre (grazie ad un ingegnoso trucco malvagio del vampiro) che si sarebbe sposata con Edward: la nostra eroina non se la prende con il suo futuro sposo (cosa che penso chiunque sia un minimo sano di mente avrebbe fatto), ma con se stessa perchè "sta continuando a far soffrire il suo migliore amico". Ma ti sei rincretinita a furia di frequentare esseri sovrannaturali? E' stato il tuo caro Edward ad architettare quello sporco trucco, incazzati con lui, picchialo, minaccia di suicidarti (che per lui equivale alla sua morte), fa' qualunque cosa contro di lui! E invece no... Risultato? Jacob sta peggio di prima. Contenta?
Punti a favore: nel flashback di Rosalie, il suo ingresso teatrale in abito da sposa nella casa del fidanzato che l'ha stuprata e la storia di Alice e Jasper. Se la saga si fosse incentrata su loro due fin dall'inizio, magari non avrebbe fatto così schifo.
Punto orrendo (nel film): l'inesistente scontro. Non dico che nel libro sia descritto per filo e per segno l'epico scontro vampiri+licantropi vs. altri vampiri, ma nel film almeno speravo di vedere qualche testa mozzata e un po' di vivacità in più rispetto al libro. E invece nada.
Aggiungiamoci anche l'anello di fidanzamento che Edward da a Bella.
Lui dice di averlo ereditato dalla madre (morta tipo 90 anni prima), e che quindi doveva essere in puro stile tardo-ottocentesco: una bella kitcheria con diamantone sbrilluccicoso e multisfaccettato. E invece, ci troviamo davanti ad un capolavoro di bijoutteria, con 3000 brillantini incastonati in un coso enorme che prende oltre metà dito. Tralasciando l'effettiva bruttezza di tale accessorio, un coso del genere è effettivamente impossibile che esistesse nel tardo ottocento/inizio novecento. Insomma, erano molto più "plausibili" gli anelli di mia nonna, e stiamo comunque parlando di gioielli dell'epoca del fascismo...

Breaking Dawn
L'unica parola che ho detto quando l'ho finito è stata: ommioddio!!!
Non c'è niente, e sottolineo NIENTE che si possa salvare in quel libro.
Una donna che viene ingravidata da un morto; il licantropo che ha l'imprinting (una sorta di colpo di fulmine) con la figlia dei due protagonisti; il nome della suddetta figlia (Renesmee Carlie, nato dalla fusione dei nomi dei nonni Renèe, Esme, Carlisle e Charlie, che viene giustamente abbreviato in Nessie - a mio parere migliore del nome vero, a maggior ragione perchè è il nome del mostro di Lockness); ma soprattutto l'epica battaglia contro i vampiri italiani.
Da che Bella diventa vampiro (e non accusatemi di spoiler, perchè lo sapete tutti benissimo che lo diventa, anche se non avete letto il libro), tutta la storia si incentra sulla battaglia che avrà luogo di lì a poco contro i tanto famigerati Volturi, e da lettore ti lasci anche trascinare dalla foga del momento: gli allenamenti, i preparativi psicologici, le tecniche da adottare, le trattative con gli alleati... e invece niente. Niente di niente. Si conclude tutto con un bel discorsetto fatto da un vampiro brasiliano, e vissero tutti felici e contenti. Ma che schifo è?
E' come nell'inesistente battaglia di Eclipse. La cosa mi indurrebbe a pensare che la Meyer non sappia minimamente come si descrivono le battaglie, motivo per cui abbia completamente evitato di scriverle.

Considerazioni generali:
Il primo libro si può salvare. La storia è elaborata meglio ed i personaggi hanno un po' di spessore in più. Si sente che è più "vissuto" dalla scrittrice. Gli altri tre libri sono stati arronzati alla grande, benchè siano fisicamente molto più "doppi" del primo. Evidentemente, presa dalla foga del successo, la scrittrice ci ha piazzato quante più cose le venivano in mente e l'ha dato alle stampe. 4 libri in 5 anni. Mi sembra un tempo un po' misero. Senza contare che nel frattempo ha anche dovuto presiedere alle riprese dei film e alle selezioni del cast (oltre che fare una comparsata nel primo film).


Spesso e volentieri, la Twilight Saga viene paragonata ad Harry Potter come "fenomeno/moda giovanile del momento", e io dico che Harry Potter è diecimila volte meglio di Twilight per dei motivi anche banali, ma che per me (da assidua lettrice quale sono) valgono tantissimo.

Primo: Per scrivere l'intera saga di Harry Potter (7 libri), J.K. Rowling ci ha messo poco più di 10 anni, la Meyer per scrivere 4 libri ce ne ha messi meno di 5, per un rapporto di 1,42 a 0,8 libri scritti in un anno.
Secondo: Harry, Ron ed Hermione hanno un'evoluzione psicologica assurda, e passano tutte le fisime mentali degli adolescenti, ergo, maturano. Bella Swan sembra regredire di pagina in pagina da adolescente rincretinita a bambina mongoloide, oltre al fatto che sembra che abbia i paraocchi (Edward qui, Edward lì...). L'unico personaggio che sembra avere un minimo di spessore è Jacob Black, ma perchè riesce a dimostrare (a se stesso come agli altri, lettori e personaggi) di essere innamorato e di soffrire per quest'amore impossibile, peggiorato dalla sua condizione di licantropo nei confronti del vampiro.
Terzo: la Meyer non sa scrivere, cosa che ho già puntualizzato prima nella non-descrizione delle battaglie. In Harry Potter, tutti gli scontri, in particolare nell'ultimo libro, sono dettagliatissimi, così come anche la descrizione della morte di Sirius Black (omonimia, ohccacchio!!): finchè Lupin non dice che è morto, così come Harry anche il lettore non lo riesce a capire.
A questo si aggiunge un particolare. In Breaking Dawn, ad un certo punto il narratore è Jacob e non più Bella. Di qui ci si dovrebbe aspettare un minimo di cambiamento di stile narrativo da parte della Meyer, che però non c'è. Lo si intuisce solo dal fatto che Jacob è incazzato come una bestia, che Edward legge nei suoi pensieri e che c'è una pagina che dice a chiare lettere "Attenzione: adesso il narratore è Jacob". Ma per il resto? Tutto uguale. Sembra quasi che Jacob sia la versione maschile di Bella, solo un po' più violenta. Inoltre, lo stile in generale peggiora di libro in libro: sempre più arronzato e sempre più scontato. La Rowling, invece, col tempo, scrive sempre meglio. Vi dico solo che quando ho finito di leggere I Doni della Morte ho pianto tantissimo, cosa che mi era successa solo per Big Fish, e sono una che si fa prendere tantissimo dalla trama di un libro/film.
Quarto: (traduco un'immagine trovata su Facebook al riguardo) J.K Rowling ha fatto amare la lettura ai bambini e ha insegnato loro a credere nella lealtà, nell'amore e nella forza interiore. Stephenie Meyer ha fatto credere alle ragazzine che devono comportarsi da stupide così che un uomo le salvi.
Quinto (e credo che sia la cosa più valida tra tutte quelle elencate): vampiri sbrilluccicanti??? Ma stiamo scherzando????

Benchè ammetta di non vedere l'ora di andare a vedere gli altri due film (perchè Breaking Dawn, come Harry Potter e i Doni della Morte, sarà diviso in due parti), cosa che ovviamente accadrà quando il biglietto del cinema costerà 3 euro, ma giusto perchè quando ho visto Eclipse credo di non essermi mai divertita così tanto al cinema in vita mia (in primis per le indubbie capacità espressive di Kristen Stewart/Bella Swan), devo dire che questa saga è la cosa più oscena che sia mai stata concepita da mente umana.
Se volete un consiglio, guardatevi i video di Willwoosh, che sono molto più esaustivi della saga di per sè.

lunedì 15 novembre 2010

"Final Fantasy VII: Advent Children Complete"


Partiamo dalle analisi tecniche
  • Grafica migliore (e fin qui...)
  • 20 minuti di film in più, che hanno sicuramente giovato di molto alla storia (prima molto confusionaria) e che collegano meglio il film al gioco, oltre al fatto che si capisce meglio chi cacchio siano Kadaj e Denzel e del perchè Rufus Shinra abbia cercato di fare il doppio giochista all'inizio (cosa abbastanza scontata se conoscete il personaggio, ma almeno adesso la cosa ha un senso logico...)
  • Reno e Rude: due personaggi secondari sia nel gioco che nel film, ma che se non ci fossero stati, entrambi ne avrebbero perso parecchio. Intendiamoci, sono due coglioni matricolati, ma non si possono non adorare per questo; e nella versione Complete di AC rendono molto ma molto di più (ed è divertente sentire Elena chiamare Reno "Senpai!" quando lei è centomila volte più valida di lui, come Turk. Ma si sa, in Giappone - ed evidentemente anche a Midgar - l'anzianità è fondamentale)
  • La ending: "Safe and sound" rispetto a "Calling" è più bella e il testo (tralasciando il fatto che è in inglese e non in giapponese come la seconda) rende meglio, forse anche perchè nel frattempo è uscito anche Crisis Core e si è capito meglio il ruolo di Zack, che ha un ruolo leggermente più importante nel film (e non più come semplice lupo-che-ogni-tanto-compare-per-poi-svanire-nel-nulla)
  • Il sangue. Sembrerà una cretinata, ma finchè è un combattimento in un videogioco ci sta anche che non si veda il sangue, anche perchè capisci che i personaggi si fanno più o meno male in base agli HP che perdono. Ma nel film Tifa, Reno, Rude, Tseng e soprattutto Cloud durante il combattimento contro Sephiroth le prendono di santissima ragione (Cloud viene addirittura sfilettato e infilzato manco fosse un pezzo di prosciutto). E finalmente nella versione Complete compaiono i graffi, colano le ferite, le "comparse" con il Geo-Stigma vomitano e Cloud (detto alla napoletana) si scomma di sangue, rendendo anche un tantino più plausibile il fatto che non ce la fa a combattere contro Sephiroth finchè non si incavola di brutto e va tipo in Status Berserk (considerando anche che la "pioggia miracolosa" di 10 minuti prima l'ha guarito dal Geo-Stigma, a cui quindi non si può più attribuire la sua mancanza di forze).
Considerazioni personali:
  • Avendo constatato l'effettivo miglioramento dalla versione del 2005 a quella del 2009, la mia domanda è la seguente: ma Nomura ha effettivamente capito che la versione del 2005 era una cagata immane e ha voluto migliorarla o teneva già bell'e pronta la versione Complete e ha aspettato ben 4 anni per farla uscire per il puro gusto di farci un botto di soldi con entrambe le versioni? (Senza contare che la seconda edizione è in Blu Ray, quindi visibile praticamente solo con la PlayStation 3, il che comporta anche il fatto che "tanto vale che compriamo anche Final Fantasy XIII")

Un ringraziamento speciale ai Fan Sub italiani, i cui sottotitoli sono infinitamente migliori di quelli originali.

domenica 12 settembre 2010

Dream Theater - Stream of Consciousness (Live at Budokan)

E se all'esame di Letteratura Inglese moderna e contemporanea portassi questo al posto di James Joyce?

martedì 25 maggio 2010

Dilemma...

Ma sono l'unica ad aver capito perchè Lost è finito così? O.o

domenica 21 febbraio 2010

Ivan



(da Axis Powers Hetalia)
Non posso non amarlo *__*

mercoledì 7 ottobre 2009

Shiny Happy Takochan

Primo giorno di corsi del terzo anno di università, leggasi anche: giornata della felicità.
Ingredienti:
  • Incontrare Volver e Simone, con cui passerò le vacanze lucchessi, in cortile e cominciare a far cazzate con loro (un assaggio di quello che succederà tra 20 giorni)
  • Il prof. Oue che fa' battute a tutto spiano (il "caso Nantoka-tivo" resterà negli annali)
  • Incontrare quella persona, anche se solo per 5 minuti
  • Vedere al cinema "Bastardi Senza Gloria" con i soli sottotitoli (nemmeno una parte doppiata) e ridere come una deficiente per il finto accento italiano di Brad Pitt (non godibile nella versione doppiata)
  • Uscire dal cinema e sapere che il Lodo Alfano è incostituzionale
  • Tornare a casa e trovarsi davanti una tavoletta di cioccolato artigianale aromatizzata all'arancia
Da aggiungere a fine cottura:
  • Il Romics imminente
  • Il Luccacomics in arrivo
  • I Sonata Arctica e i Dream Theater che diventano sempre più veri
Cosa posso volere di più dalla vita?
In realtà lo so, ma è meglio che non mi pronuncio in merito ;)

martedì 14 aprile 2009

"Tampopo"

Per la gioia dei miei amici giappofili dell'università, ho finalmente visto il film "Tampopo", che loro avevano già visto più o meno un anno fa all'università, mentre io ero allegramente a Disneyland.

Considerando il semplice fatto che era stato consigliato dai nostri prof di giapponese, eravamo abbastanza scettici sul guardare o meno questo film come anche gli altri della rassegna di cinema giapponese organizzata dall'università (avete presente i film di Kurosawa? Ci aspettavamo più o meno quel genere di film). Ma la scelta di "Tampopo" come primo film è stata positiva per attirare quanti più studenti possibili. Peccato per la seconda scelta, "Tokyo Monogatari" ("Storie di Tokyo"), che ha letteralmente decimato le presenze a questa rassegna (e io ho rinunciato ai 2 cfu dopo essermi addormentata solo dopo 10 minuti di questo film).

Dicevo, la scelta di "Tampopo" è stata azzeccata e a dir poco sorprendente, conoscendo i miei prof. Il film è piacevole da vedere, anche se in lingua originale con i sottotitoli, e la storia, anche se a tratti è al limite dell'assurdo, è davvero carina. In molti punti non riuscivo a non ridere come un'isterica.

La storia è di una ristoratrice di nome Tampopo un po' in difficoltà con gli affari. Un giorno, un camionista capita nel suo ristorante e decide di aiutarla a rimettere in piedi l'attività, facendola incontrare con personaggi bizzarri che l'aiuteranno a migliorare la sua tecnica di preparazione del ramen (zuppa di spaghetti e carne).
Oltre alla storia di Tampopo, Goro e gli altri aiutanti, ci sono altri brevi episodi "mangerecci" di vita più o meno quotidiana di Tokyo, che vanno dal più classico (una coppia che fa' sesso usando il cibo) al più assurdo (un gruppo di barboni che si rivela essere un gruppo di intenditori di vini francesi e alta cucina), il tutto riconducente al tema del cibo come momento essenziale della vita, sia nella preparazione che nell'assaporazione dello stesso.
Un'ode allo slow food e al mangiar bene e sano.

Il film si può trovare facilmente anche in Divx, cosa un po' più ardua per i sottotitoli, ma che ho trovato su questo sito: http://www.asianworld.it/cercasub.php
Consigliatissimo a tutti, giappofili e non.

...e in più, l'attore che interpreta il personaggio di Goro ha lo stesso fascino del prof. Oue (uno dei miei prof di cui sopra).

sabato 13 dicembre 2008

Village People made in Japan

Dopo una giornata all'insegna della sfiga più totale, la semplice visione di questo video mi ha letteralmente cambiato l'umore.
Sono decisamente i miei nuovi idoli!!!

(Everybody says YATTA!!!)

domenica 30 novembre 2008

"Boris"

Serie TV "all'italiana", che io adoro e che non smetterò mai di consigliare a tutti, composta da due serie da 14 episodi, ognuno dei quali dura circa 25 minuti.

Ambientata del backstage di una soap opera (Gli occhi del cuore 2), con il regista Renè Ferretti, grandissimo artista costretto a produrre un prodotto che dire mediocre è dir poco per via della fretta e dei pochi soldi; l'assistente alla regia Arianna dell'Arti; il direttore della fotografia Duccio, costretto a fare una fotografia peggiore di uno spot pubblicitario "altrimenti la gente cambia canale" e per questo frustrato e tossicomane; Alessandro, lo stagista di regia, costretto a fare i lavori più umili e massacranti; Lorenzo, lo stagista di fotografia, detto "lo schiavo"; Itala, la segretaria che passa metà del tempo a farsi i fatti degli altri e l'altra metà ad ubriacarsi; Biascica, il capoelettricista, romanista fino al midollo; Stanis la Rochelle, il divo pagato più di tutta la produzione della serie messa insieme, convinto di essere il miglior attore del mondo; e Corinna, la raccomandata, pessima attrice con un pessimo carattere.
Nella seconda serie compariranno anche Cristina, figlia di un deputato, raccomandata anche lei, che sostituisce Corinna come protagonista, ma che si rivelerà essere peggiore di lei sia come persona che come attrice; e Karin, la "burina" della situazione, entrata nella serie perchè ha saputo gestire i suoi rapporti di letto (imitazione della Ferilli).

Il titolo della serie, Boris, è il nome del pesciolino rosso che Renè porta con sè sul set come mascotte portafortuna.

Nel corso della serie si alternano figure importanti come Corrado Guzzanti (nella seconda serie) che interpreta Mariano Giusti, un attore pazzo (ne "Gli occhi del cuore" interpreta il conte cattivo) il cui hobby è distruggere camerini e appiccare incendi, convinto di aver caricato in macchina Gesù Cristo sulla Roma-L'Aquila, e Padre Gabrielli, prete legato alla camorra che non ha mai tenuto una messa in vita sua, ora agente di Mariano; Massimiliano Bruno interpreta Nando Martellone, comico romano la cui battuta più famosa è "Bucio de culo!", divenuno la vena comica de "Gli occhi del cuore"; Giorgio Tirabassi interpreta Glauco, un amico di Renè, direttore di fotografia che si finge regista di successo; Margot Sikaboniy (la biondina di Un Medico in Famiglia), che interpreta la ragazza di Alessandro; Roberto Herlitzka, interpreta l'attore shakespeariano Orlando Serpentieri, costretto a interpretare Nonno Alberto nella soap per pagare alcuni debiti (il livello di bravura di Serpentieri è nettamente più alto di quello di Stanis e Corinna, perciò Renè lo invita a interpretare il suo ruolo "a cazzo di cane").
Altri personaggi abbastanza importanti, ma marginali nella storia, sono i tre sceneggiatori, visti più volte a fare di tutto (fare i giocolieri, ubriacarsi, parlare al telefono, fare il solitario al pc) fuorchè scrivere le sceneggiature. Quando li si vede effettivamente scrivere, utilizzano i tasti F1, F2 ecc. per scrivere più rapidamente le espressioni che devono assumere gli attori nelle scene (il più delle volte, il tasto scelto è F1: basito).

Boris è una critica bella e buona alla fiction italiana, ai motivi che spingono le varie case produttrici ad intraprendere tale strada e al modo in cui vengono scelti sia il cast che i "lavoratori" (macchinisti, elettricisti, truccatori, ecc.).
Gli attori sono bravissimi, in particolare Francesco Pannofino (Renè Ferretti) e Caterina Guzzanti (Arianna dell'Arti).
Battute storiche, che riecheggiano nella serie:
"Fammela un po'... a cazzo di cane" (una battuta tipica di Renè, nonchè cavallo di battaglia della serie)
"Corinna... Non mi devi rompere il cazzo!!!" (Renè, dopo che Corinna gli ha chiesto perchè deve dire una battuta piuttosto che un'altra dopo un cambio improvviso della sceneggiatura ordinato dalla produzione)
"Qui è un po' tutto troppo italiano" (Stanis, che odia la qualità degli attori italiani, avendo studiato recitazione all'estero)
"Duccio! Che faccio, smarmello?" "E smarmella!" (tipico scambio di battute tra Biascica e Duccio, in cui la parola "smarmellare" indica la completa apertura delle luci di scena, senza che si crei nessun effetto)
"Facciamoli scopare. Così, di botto, senza senso" "Genio!" (due sceneggiatori, in crisi per una scena che non riescono a scrivere, decidono di introdurre una scena d'amore tra Stanis e Corinna)
"Che culo che c'hai che sono eterosessuale. Si ero retrosessuale era tutta un'altra storia" (Biascica, riferito ad Alessandro, mentre questi lo aiuta ad installare un macchinario, mentre tutti in scena sono completamente nudi per convincere Corinna a girare la scena d'amore con Stanis).

Che altro dire? Ah sì: stanno scrivendo la sceneggiatura (vera) della terza serie, che si spera andrà in onda nella prossima primavera su Fox TV. Nel frattempo, scaricatela o aspettate che Rai Tre o La7 comprino i diritti per trasmetterla in chiaro.

sabato 29 novembre 2008

"Twilight"

Ebbene sì.
Purtroppo lo devo ammettere.
Anche io sono caduta nel pozzo di Twilight.

Ammetto di aver letteralmente divorato il libro (in 5 giorni, cosa che non facevo dai tempi di Harry Potter e l'Ordine della Fenice) e di aver visto il film da sola (gratis!!!), ma almeno non ho fatto la fine da me delle tanto odiate bimbeminkia che devono sapere vita-morte-opere-e -miracoli di tutto il cast del film e dell'autrice del libro... Sto addirittura aspettando a comprare gli altri 3 libri (sia per motivi di studio che per mancanza di pecunia), cosa che nessuna delle suddette bm avrebbe mai fatto. Almeno, io ed Edward Cullen in questo ci somigliamo: resistere alle tentazioni.
Andiamo per gradi.

Il libro.
Testo scorrevole, ma banale. Sia in quanto scontatezza della storia (classico amore impossibile) sia per i dialoghi e nel modo di scrivere, ma quest'ultimo difetto glielo lascio passare, visto che la storia è vista dagli occhi della protagonista, una ragazzina di 17 anni.
Malgrado il mio scetticismo, la storia mi ha preso, anche se non ne sono rimasta del tutto soddisfatta. Non sono riuscita a staccare gli occhi dalle pagine nemmeno per un secondo, ma la storia non mi ha coinvolto "in toto", come succede spesso quando leggo.
Unica consolazione: almeno non ho speso un capitale per l'edizione-con-copertina-rigida.

Il film.
Pochissimi tagli rispetto al libro, qualche aggiunta giusto per dare un po' di suspance in più e arricchire le parti un po' più romantiche (sempre se così si possono definire), e qualche battutina che non fa' mai male (il modo in cui è stato rappresentato Charlie, padre "all'improvviso" che tenta di recuperare il tempo perduto con la figlia mi è piaciuto).
Mi è piaciuto anche il fatto che siano stati lasciati i "monologhi" di Bella (la protagonista, nonchè narratrice della storia).
Attori, quasi tutti azzeccati. Forse si potevano applicare un po' di più nella scelta dei compagni di scuola di Bella e in un paio di membri della famiglia Cullen, ma per il resto mi aspettavo davvero molto peggio. Solo Esme me l'aspettavo biondo platino, invece l'hanno fatta castana... Mah, poco male.

In ogni caso, sia il libro che il film li consiglio solo se non avete niente di meglio da leggere/vedere. C'è davvero molto di meglio in giro.

giovedì 6 novembre 2008

"Lezione Ventuno"

Avrei preferito andarlo a vedere da sola, al massimo in compagnia del mio ragazzo o dei miei migliori amici (intellettualoidi come me), dato che le uniche due cose per cui mi sono dispiaciuta vedendo questo film erano la compagnia (mio padre) e la sala dell'unico cinema di Napoli che lo trasmetteva (Santo Subito il proprietario del Modernissimo!!!): venticinque miseri posti in una sala storta (la parete dove si trovava lo schermo era obliqua in profondità) e lo schermo che poteva benissimo essere l'LCD Aquos della Sharp che sta nel salone di casa mia (ma la cosa divertente di questa sala è che vedi il lettore della pellicola - che non so come si chiama - in azione).
Ma almeno mi sono presa un posto in prima fila, mettendomi comoda come meglio potevo (allungando le gambe, accavallandole o incrociandole a seconda dei dolorini sotto alle ginocchia), abbandonando mio padre e la sua (poca) vista nella terza fila.

Il film, grazie al quale sono riuscita a vedere Baricco-Dio-in-Terra di persona, è stato a dir poco sublime. Oltre a vedere John Hurt impersonificare uno dei miei personaggi baricchiani preferiti (il Prof. Killroy), l'intero film non è altro che la trasposizione su pellicola degli scritti di Baricco. Era come se le parole scritte su carta prendessero vita, come se qualcuno leggesse ad alta voce un suo libro.
I personaggi del film parlano come i personaggi "di carta": ti catturano con le loro parole, ma questa volta anche con i loro gesti e le loro espressioni. Il mondo fantastico in cui la "lezione ventuno" del professor Killroy prende vita e il fatto che i personaggi ogni tanto parlino nella telecamera non è altri che la verificazione di una delle tecniche di scrittura favorite da Baricco: le diverse chiavi di lettura di uno stesso argomento ("City" ne è un esempio), di cui gli stessi protagonisti si fanno anche narratori.
Anche i personaggi ottocenteschi che compaiono ogni tanto sono una delle cose più geniali che abbia mai visto in un film, specialmente quelli nudi con la pelle imbianchata dalla cipria e le parrucche femminili tipiche di quell'epoca.

Anche nella pellicola, Baricco riesce a catturare la tua anima e farla perdere per quei brevi istanti in quel mondo che lui ha creato. Solo che adesso, l'argomento è più intellettuale: in poco meno di due ore, riesce a farti capire che la Nona Sinfonia di Beethoven non è questo grande capolavoro come tutti lo conosciamo. Cioè, non dice che è orribile, che fa schifo e che sarebbe stato meglio che Beethoven si fosse dato all'ippica piuttosto che alla musica, ma ti fa' ragionare sul modo in cui oggi noi tutti valutiamo l'arte e tutte le cose che ci circondano: se tutti dicono che è bella, allora lo è di sicuro. Così si viene a perdere il vero messaggio dell'arte, cioè che deve suscitare delle emozioni. Ad esempio: noi diamo per scontato che la Monna Lisa di Leonardo sia un capolavoro inestimabile, e lo diamo per scontato, ma nel momento stesso in cui ce la troviamo davanti ne restiamo fortemente delusi (non è più grande di una foto ingrandita). Io per prima lo sono stata, quando l'ho vista due anni fa al Louvre. Mi ha, anzi, lasciato un'impronta molto più marcata La Vergine delle Rocce (sempre per rimanere in tema).
Lo stesso discorso vale per la Nona.


Come ho già detto, è un film "intellettuale", di quelli che andrebbero visti almeno un paio di volte per essere capiti a fondo (purtroppo non ce l'ho fatta in tempo a vederlo la seconda volta, visto che due giorni dopo che ero andata al cinema l'avevano tolto...), ma già alla prima ti cattura.
Baricco è eccezionale anche come regista. Molte riprese e molte scene credo che siano quasi impensabili, soprattutto in un ambiente come le montagne innevate, in cui avviene quasi tutta la storia (bellissima, nella scena iniziale, la bara che viene trasportata da degli uomini che pattinano sul ghiaccio). Gli attori, anche questi, eccezionali (Noah Taylor, il protagonista, in primis).
E' un film che ritengo essere stato molto sottovalutato, almeno in Italia (come tutti i film "di qualità", che siano italiani o no). Spero tanto che all'estero abbia più successo.

Se non l'avete visto la scorsa volta, rieccovi il trailer: http://video.tiscali.it/Fandango_TV/Cinema/15751.html

domenica 19 ottobre 2008

Non riesco ancora a crederci!!!

Ebbene sì.
L'ho visto. L'HO VISTO!!!
HO IL SUO AUTOGRAFO!!!
GLI HO STRETTO LA MANO!!!
Ho ascoltato la sua voce, riso alle sue battute, l'ho guardato dritto negli occhi (azzurri tendenti al grigio).
L'unica cosa che non ho fatto, malgrado abbia ripromesso più e più volte di farlo, è stato leccargli le scarpe con tutta la suola, ma cavolo! Sono più che soddisfatta.

Ok, smetto di parlare a vanvera: ho visto Alessandro Baricco!


Era a Napoli per la presentazione del suo film, "Lezione Ventuno", che non ho potuto vedere ieri con lui (sarebbe andato al cinema Modernissimo, ma io ero andata da sola alla Feltrinelli, e non so nemmeno come sia riuscita a tornare a casa), ma è un errore a cui rimedierò al più presto.
Insomma, era un'occasione che non potevo minimamente lasciarmi sfuggire, poter incontrare il mio scrittore preferito.

Sono scesa di casa con 3 ore d'anticipo, arrivando alla Feltrinelli con più di due ore d'anticipo. Ho preso posto, lasciando la giacca in prima fila, e mi sono fatta un giro per i meandri della libreria, approfittando del fatto che ero lì per comprare i libri per Letteratura Inglese II (l' "Ulisse" di Joyce e il "Tristram Shandy" di Sterne) e "Twilight" della Meyer, che mi è stato consigliato da più e più persone, anche in vista della prossima uscita del film.
Arrivata l'ora e mezza di anticipo, decido di scendere di nuovo nella sala delle conferenze, e proseguire nella lettura di "Io uccido" nell'attesa, ma l'emozione è talmente forte che a stento riesco a finire un capitolo.
Comincia anche ad arrivare gente, e inizio a chiaccherare con qualcuno.
Poi trasmettono il trailer e il making of di "Lezione Ventuno" e infine arriva lui.
Credevo che il cuore mi si sarebbe fermato, ma per fortuna riesco a resistere all'attacco cardiaco (e anche all'emicrania dovuta alla troppa aria condizionata).
Baricco è gentile, disponibile, umile e anche molto simpatico. Ha una bella parlantina ed è una persona molto colta (cosa che si evince dal modo in cui usa le parole anche quando parla, non solo quando scrive).
Unico intoppo (oltre all'emicrania che mi ha massacrato durante gli ultimi 10 minuti di conferenza, per tutto il viaggio di ritorno e per tutta la partita del Napoli): ha messo tra le 141 opere sopravvalutate (di cui parla sia nel libro "City" che in "Lezione Ventuno") ha messo anche l' "Ulisse", che io avevo sulle gambe... Spero solo che non l'abbia visto, dato che ero in prima fila!
Mi sono anche fatta firmare "Novecento", il libro grazie al quale mi sono innamorata di lui.


Avrei voluto che mi firmasse "Omero, Iliade", il mio preferito, ma quel libro, anche se si trova in casa mia, è di mio fratello, e se gli avessi chiesto una dedica sarebbe stato alquanto strano. Così sono andata sul sicuro, portando con me un libro "suo" che fosse davvero "mio".
E vi dirò, sono a dir poco soddisfatta, oltre che estremamente felice.
Non vedo davvero l'ora di andare a vedere "Lezione Ventuno" e leggere "Questa storia", il suo ultimo libro.

Intanto vi faccio vedere il trailer e una breve intervista del tg1.

giovedì 9 ottobre 2008

"Mamma mia!"

L'unico modo che ho per descrivere questo film è il titolo stesso: mamma mia!
La prima impressione che si ha è di un film banale con una storia altrettanto banale, ed effettivamente è così all'inizio del film. Ma a mano a mano che la storia si sviluppa, gli intrecci e le coincidenze (?) si fanno via via più divertenti e la storia assume un non so che di fantastico (grazie anche agli splendidi paesaggi dell'isoletta greca in cui è ambientato il film).

Meryl Streep è a dir poco eccezionale. Il modo in cui canta e balla a modo suo le canzoni degli Abba è accattivante (ammetto che in parecchi momenti del film mi sono scoperta a cantare sottovoce con un sorriso a 32 denti stampato sulla faccia), ma quando indossa i panni della cantante pop anni '70, con abiti (e scarpe!) dell'epoca, da' il meglio di sè.
Anche i tre "maschioni" in questione (Pierce Brosnan, Colin Firth e Stellan Skarsgard) non sono da meno.
I momenti più esilaranti sono certamente il momento in cui vengono cantate le canzoni "Mamma mia!", "Dancing queen" (il momento più bello del film in assoluto) e "Super Trouper".
Carine anche le comparse degli stessi componenti degli Abba all'interno del film.
Direi che con questo film gli attori si siano reinventati totalmente. Non credo che per loro sia stato facile entrare in quei personaggi, anche se le parti erano abbastanza semplici. Sono tutti attori abbastanza "impegnativi", e interpretare dei ruoli così "frivoli" deve essere stata una grande avventura. In più, direi che si sono divertiti alquanto a girare questo film.

Che altro dire? Andatevelo a vedere!

domenica 28 settembre 2008

"Burn after reading - A prova di spia"

L'ho visto ieri sera, e devo dire che mi ha impressionata alquanto.
La trama, almeno nella prima metà del film, è abbastanza confusa e senza particolari sviluppi, ma nella seconda metà gli intrecci si risolvono (almeno per chi è "al di qua" dello schermo) e comincia ad esserci anche una vena comica (sempre per chi è "al di qua" dello schermo) che rende il film piacevole nella sua complicatezza.
Gli attori si dimostrano eccellenti (John Malkovich, George Clooney e Tilda Swinton in primis), e sono riuscita addirittura a sopportare Brad Pitt: primo perchè ha un ruolo che (almeno secondo me) lo rispecchia in tutto e per tutto (tutto muscoli e niente cervello), secondo perchè muore per primo.

Ammetto di essere stata scettica quando era stato deciso di andarlo a vedere, ma l'alternativa era passare un sabato sera chiusa in casa davanti allo schermo del pc; alla fine si è rivelata un'ottima scelta.
Il film è davvero piacevole, e ve lo consiglio (anche se lo ritengo uno di quelli che bisogna vedere almeno due volte per capirlo appieno). Anzi, vi consiglio di andarlo a vedere con qualcuno, perché è uno di quei film che vanno discussi a mente fresca.

giovedì 14 agosto 2008

Invisibile ricordo

E chi l'avrebbe mai detto che quel cazzaro del mio ragazzo avrebbe fatto qualcosa nella vita? (Scherzo amore mio ^x^).

Questo è il suo primo cortometraggio. Se vi piace (ma anche se non vi piace) diffondetelo ai più e ai meno.

http://www.myspace.com/invisibilericordo2008

domenica 18 maggio 2008

Gli esami mi perseguitano!!!

Sono solo al mio secondo esame universitario, eppure mi sento come perseguitata dagli argomenti delle materie.

A febbraio, quando mi stavo preparando per l'esame di Letteratura Italiana (Gerusalemme Liberata e annessi e connessi di e su Torquato Tasso), ovunque mi girassi e qualunque cosa vedessi/sentissi era in qualche modo legata quello che stavo studiando (foreste, streghe, conversioni, cristiani, pagani, guerre sante...).
Lo stesso quando avevo cominciato a leggere la Storia della Letteratura Giapponese (stendiamo un velo pietoso...), avevo comprato dei manga, e quando li leggo mi trovo davanti dei personaggi che parlano del Genji Monogatari (diciamo che può essere considerato la Divina Commedia giapponese).

E adesso, a pochi giorni dall'esame di Storia delle Missioni, andando a guardare la registrazione della puntata di ieri sera di Ulisse, di cosa parlava Alberto Angela? Della missione evangelizzatrice dei gesuiti nel Sud America!!!!

Sono perseguitata... Aiuto!

sabato 17 maggio 2008

Metropolis, Pt. 2: Scenes from a Memory

E' quasi una settimana che cerco di ascoltare quest'album per intero, e puntualmente mi fermo alla Scene Five, alla canzone Through her eyes, per intenderci.
Essendo un concept album, potrebbe essere considerato una sorta di film. Usando questo paragone, è come se mi fermassi alla metà del film, e non ne vedessi la fine. Non che mi importi più di tanto, dato che ne ho letto la "trama" e so come va' a finire, ma è il principio di base che conta.
Si può dire che mi sia letteralmente innamorata di quest'album, anche se non l'ho ascoltato per intero. La storia di cui parla è intrigante, anche se non la definiriei del tutto credibile, e le musiche bellissime (sarò un po' di parte, ma stiamo pur sempre parlando dei Dream Theater). In particolare Overture 1928 e Fatal Tragedy. Musicalmente parlando le trovo perfette.

Che poi, visto che io quando mi "incapo" su una cosa devo sempre approfondirla in tutti i suoi aspetti possibili e immaginabili (se solo mi applicassi così anche nello studio, sarei laureata già al primo anno...), sono andata bazzicando su youtube e ho visto che nell'elenco dei video di Scenes from a Memory ce n'era uno dal titolo (ovviamente tradotto) "Petrucci e Portnoy stonano durante il live di Fatal Tragedy". Video che è stato rimosso dal tubo per questioni di copiright.
Siccome io del copiright me ne frego altamente, ho scaricato il video dell'intero live (Metropolis 2000: Live Scenes from New York). Vado un po' avanti nella visione, ed effettivamente, durante il ritornello, (
"Without love / without truth / there can be no turning back") stonano i controcori, e anche pesantemente. Un secondo dopo, Portnoy ride. Un altro secondo dopo, rifanno lo stesso motivo ("Without faith / without hope / there can be no peace of mind"), ma perfetto.
A parte l'impatto iniziale, mi era venuto il dubbio: possibile che abbiano accidentalmente sbagliato entrambi nello stesso momento? Ho pensato che sì, ok, possono sbagliare, sono esseri umani, ma magari uno sbagliava e l'altro no. Invece hanno sbagliato entrambi. Non è che magari l'hanno fatto apposta?