mercoledì 22 agosto 2007

Shine on me

Non fate caso al titolo... E' solo un modo come un altro per evidenziare quelli che sono stati i 15 giorni più assurdi della mia vita.
Come avrete ben notato, sono finalmente tornata dalle vacanze, anche se non sono del tutto finite (non ho ancora finito di lavare i panni che già li devo rimettere in valigia, NdR). Mi toccano gli ultimi giorni della settimana da passare con la famiglia nella tanto sperata (e affittata) casetta al mare, con probabilità pari a meno dello 0,002% (manco fossi una particella di sodio nell'acqua Vitasnella, NdR) di vedere il mio ragazzo, il quale sta subendo la mia stessa medesima sorte, ma da un'altra parte della costiera casertana.

Che dire di questi giorni? Sono stati strani... La maggior parte delle persone con cui sono stata le avevo viste sì e no 3 volte in tutto.
Sono stati giorni di luuuuuunghe passeggiate notturne, di cantate stonate con le chitarre, di pseudo-dormite in tende rotte montate su piazzole oblique (nel senso che erano in pendenza, NdR), di scarpe rotte e camminate a piedi nudi sull'asfalto), di partite a biliardino e soldi sprecati al coso dove si cerca di catturare i peluches, di mezze rapine ai bar di sedie e tavolini (restituiti)... E di pasta scotta al sugo pronto!!! Se vedo anche solo in lontananza un barattolo da mezza porzione di sughi pronti giuro che mi taglio le vene...

A dir la verità non so se mi sono divertita o meno... A parte quando stavo sola col mio ragazzo, non mi sono sentita molto a mio agio. Certo, in alcuni momenti mi sono divertita da matti, ma in altri avrei preferito mille volte essere di nuovo a Napoli nella solita routine... Non sapevo cosa dire, cosa fare, come comportarmi... Loro erano già un gruppo consolidato da mesi di amicizia, mentre io ero l'ultima arrivata e molte delle cose di cui parlavano non riuscivo a capirle, e quasi mi vergognavo di chiedere "Potrei capire anche io perché state ridendo?", e nell'esatta altra metà delle volte mi vergognavo ad essere l'unica che non parlava, che non rideva, che non fumava, o che non beveva (o quasi). Ero intimorita, anche se questo non è propriamente il termine più adatto, ma è l'unico che riesca a dare un senso a quello che ho provato. E mi chiedevo: perché L. che sta così sul cazzo a tutti alla fine viene sempre accettata
(e portata in vacanza, NdR), e tutti le devono dare ascolto, mentre io ho dovuto subire le angherie di "tutti" perché volevo risparmiare i soldi per comprarmi qualcosa, e alla fine ho rischiato anche di fare debiti per comprare il biglietto di ritorno, e passavo dalla parte del torto?
Come sempre, faccio un miliardo di sforzi per farmi accettare, ma resto sempre mezzo passo indietro rispetto agli altri...
Di una cosa sono sicura: le prossime vacanze saranno con i miei amicici. Non mi importa dove, come, né quando. So solo che voglio stare con loro.
Comet, Maela, Mire, Zio, Maya, Dego, Pas... Non immaginate minimamente quanto mi siete mancati!!!