martedì 21 agosto 2012

To be or not to be... a nerd?

Ci sono momenti in cui mi sento sopraffatta dalle cose che vorrei fare.
Leggere nuovi libri; rileggerne di vecchi che mi sono piaciuti o che devo/vorrei rivalutare (a distanza di anni, i punti di vista si modificano non poco); guardare film e serie televisive di cui tutti parlano e di cui vorrei poter parlare anch'io; scrivere le ennesime fanfictions che non porterò mai a termine; finire quelle che non ho terminato per mancanza di tempo o di idee, o magari provare a scrivere qualcosa di veramente mio (tentativi sempre miseramente falliti nell'arco di 10 minuti); giocare a qualche nuovo videogame; leggere qualche altro fumetto che non sia il solito manga giapponese le cui trame sono ormai trite e ritrite (in effetti, non compro manga da Natale...); ascoltare nuova musica e sistemare quella che già ho in modo da non dovermi scervellare ogni sacrosanta volta che voglio ascoltare qualcosa per poi ridurmi a sentirla su Youtube spinta dalla disperazione.
E poi, gli ultimi ma non meno importanti doveri di ogni studente universitario che si rispetti: studiare e tenersi in forma.
E tra le millemila cose che vorrei fare, c'è sempre qualcos'altro che vorrei aggiungere all'elenco, tipo riprendere a suonare il piano, o praticare uno sport "assurdo" come il tiro con l'arco o ricominciare a giocare a pallavolo.

Mi lamento sempre che non riesco a fare mai nulla di tutto quello che vorrei fare, eppure non faccio mai nulla per farlo veramente. E voi direte di sicuro: devi organizzare il tuo tempo! Fare un elenco di quello che vuoi fare quando lo vuoi fare.
Vi rispondo: per prima cosa, odio dover organizzare il mio tempo. In secundis, credete che non ci abbia provato? C'è sempre, e sottolineo SEMPRE, qualcosa che mi impedirà a tale ora di tale giorno di fare quella determinata cosa (Murphy docet).
Esempio stupido: stamattina volevo lavare il bagno e fare una lavatrice prima di mettermi a studiare, così da potermi fare una doccia (siamo pur sempre nel giorno più caldo del 2012) e stare fresca e tranquilla sui libri senza dovermi lamentare del caldo ogni 30 secondi, e soprattutto per alimentare la mia autostima (sentirsi puliti e profumati aiuta non poco). Ho dovuto aspettare che Fratello Maggiore facesse ginnastica perchè altrimenti gli avrei occupato il bagno nel momento in cui avrebbe dovuto farsi la doccia, prima di scendere per andare a lavorare (sempre che sia effettivamente andato a lavorare...).
Morale della favola: nel tempo trascorso dalla pronuncia della frase "Aspetta che mi faccio la doccia" all'effettiva uscita di Fratello Maggiore dalla doccia avrei potuto lavare il bagno almeno 2 volte. Ah, non ho potuto nemmeno fare la lavatrice, perchè il signorino aveva bisogno dell'aria condizionata, altrimenti sarebbe schiattato a terra al primo piegamento.


Un minimo incentivo me l'hanno dato le Olimpiadi da poco finite.
Incentivo, però, è un parolone... Diciamo che sono stata preda dell'invidia del corpo perfetto, anche se, a dire il vero, non mi piace per niente il fisico delle atlete: non hanno un minimo di curve! Femminilità: questa sconosciuta... L'unica che si salva forse è la Sharapova... (appunto: l'utopia!)
Insomma, tra una gara e l'altra, e tra un capitolo di giapponese e mezzo di finlandese, ero anche riuscita, nel mio (molto!) piccolo, a far qualche esercizio fisico, pensando che se l'avessi fatto prima probabilmente sarei potuta essere anche io lì (quando ero giù di morale), o che non era troppo tardi per cominciare a darmi da fare (quando avevo il morale alle stelle); ma poi è subentrato Lucifero, o Caronte, o Minosse, o Ulisse, o qualche altro personaggio della Divina Commedia sotto forma di caldo allucinante a farmi perdere tutte le forze e la buona volontà (NB: per uno strano caso del destino, o per una legge della fisica che nemmeno Sheldon Cooper potrebbe spiegare, pur avendo due condizionatori in casa, sia che siano accesi, sia che siano spenti ma con tutte le finestre e le porte di casa aperte, e il ventilatore a meno di un metro dalla mia spalla, la mia camera è sempre un forno).
E, nel frattempo, invece di pensare a come potrei impiegare il mio tempo facendo qualcosa di costruttivo, passo le ore ad autocommiserarmi e a pensare ai miei coetanei (o, peggio, a qualche mio amico più giovane di me) che sono già laureati, o che riescono a fare mille cose malgrado tutto e tutti... Come in questo preciso istante, insomma...
Senza contare la sfiga che ho in fatto di uomini, che mi fa scendere l'autostima sotto lo zero assoluto... E poi mi chiedono perchè penso sempre e solo a belloni del cinema o della musica, o a personaggi fittizi dei libri o dei fumetti, diventando peggio di Madame Bovary. So già che farò la fine della gattara pazza dei Simpson, ma meglio non parlarne, va'...

Riassumendo il tutto, sono la quintessenza del nerd: ho mille interessi tra i più diversi, ma sono troppo "ritardata" (nel senso che sono "in ritardo", che non ho tempo) per poter dedicare a tutti il giusto tempo che meritano. E sono sfigata in amore. Leonard mi fa una pippa!!! (The Big Bang Theory, ndr)


Ok, la smetto di piangere su me stessa e cerco di mettermi a fare qualcosa di costruttivo.
Scusate lo sfogo, e abbiate pietà di me.

mercoledì 8 agosto 2012

Cronache di uno studio matto e disperato (soprattutto disperato)

Da stamattina alle 9 sono sui libri di Giapponese.
Verso mezzogiorno ho come un blocco: sbaglio gli esercizi (errori stupidissimi, tra l'altro), e sembra che mi sia dimenticata come si scrivono i kanji, anche quelli più elementari.
Decido, quindi, di prendermi una pausa e di ricominciare a studiare dopo pranzo, dicendomi che però dovevo almeno finire la pagina del libro (altri due esercizi, tipo...).

In quel preciso istante, dal mio lettore mp3, parte "Live to Rise" dei Soundgarden.


Ciao studio.

domenica 5 agosto 2012

30/07/2012: Sonata Arctica @ Rock in Roma




Io ancora non ci credo.
Ho i lividi sul braccio a furia di darmi pizzicotti (non sono proprio per i pizzicotti, ma facciamo finta che sia così).
Meno male che non volevo andarci..
Porca pupazza, li seguo da 10 anni!!!






Oddio, se non fosse stato per questo (vedi foto) avrei confermato che avrei fatto meglio a non andarci: setlist del cavolo e acustica pessima. Si sono concentrati sugli ultimi 3 album, ma era come se non avessero suonato proprio, visto che si sentiva solo la doppia grancassa di Portimo e ogni tanto i controcori di Henkka e di Viljanen... Ma hanno suonato Black Sheep, come ballad hanno fatto Breathing (con mia somma gioia, poichè credevo che avrebbero optato per Don't Be Mean o - peggio! - Tonight I Dance Alone) e, nel finale, Don't Say a Word e l'immancabile Vodka Song.




Un bel po' deludenti i loro soliti classici concertistici, FullMoon e Replica, siccome le hanno fatte a fine concerto e quindi rallentate di molto. E soprattutto, Viljanen è stato fortunato a non essersi portato il banjo dietro, altrimenti gliel'avrei spaccato in testa... Sì, Cinderblox è stata suonata, ma ne ho approfittato per fare le foto, così come tutte le volte che hanno suonato le canzoni dell'ultimo album.




Ma, oltre ad aver avuto l'immensa fortuna di essere riuscita ad entrare nel backstage e ad incontrarli, ho avuto anche la fortuna di essere stata accompagnata da delle persone a dir poco meravigliose e con cui mi sono divertita prima, durante e (soprattutto) dopo il concerto, senza le quali non avrei potuto gioire di questo momento e non avrei visto il lato bello della medaglia: mi sono scatenata, ho urlato a squarciagola (sono rimasta senza voce per due giorni), mi sono distrutta le braccia a forza di pogare (ecco spiegati i lividi di cui sopra), ho saltato, ho riso, ho pianto... Insomma, malgrado il concerto non sia stato un granchè, mi sono divertita da morire :)





PS: Questa è una recensione di una delle ragazze con cui sono andata, giusto per farvi avere un'idea un po' più precisa di quello che è successo.

PPS: gli occhi di Paasikoski sono leggenda, ma dopo un'attenta ed accurata analisi, devo sfatare un mito: i più belli sono quelli di Henkka.