sabato 5 settembre 2009

Immaginazione e descrizione

Scrivere, quando è fatto come si deve, (come potete star certi che ritengo di fare io) è solo un modo diverso di conversare: Come nessuno, che sappia il fatto suo, in buona compagnia, si azzarderebbe a dire tutto; - così nessun autore, che comprenda i giusti confini del decoro e della buona educazione, pretenderebbe di pensare tutto: Il rispetto più autentico che possiate dimostrare all'intelligenza del lettore, consiste nel fare amichevolmente a metà, e lasciargli qualcosa da immaginare, a sua volta, al pari di voi.
Per parte mia, non faccio che rivolgergli complimenti di questo genere, e faccio tutto quanto è in mio potere per mantenere occupata la sua fantasia quanto la mia.

Citazione da "La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo" di Laurence Sterne, volume 2 capitolo 9.

Tralasciando il fatto che sia oggettivamente l'unica frase di senso compiuto comprensibile alla sola prima lettura (ogni capitolo lo devo rileggere due volte perchè è talmente complesso e le punteggiature messe così male che la sola prima lettura non basta a capirlo... mi chiedo come cavolo lo darò 'st'esame...), è una frase che mi è piaciuta tantissimo ed è esattamente quello che mi aspetto da un qualsiasi libro: il giusto dosaggio di descrizioni che però lasciano anche spazio all'immaginazione.
Ed ecco spiegato con parole scritte nel 1760 perchè in seconda liceo non sia riuscita a finire di leggere "La storia" di Elsa Morante: se avessi letto questa frase all'epoca forse sarei riuscita a giustificarmi invece di prendere l'unico 2 in Italiano della mia vita (non sapendo come finiva, per la prof non mi ero minimamente azzardata a leggerlo). Ci sono talmente tante descrizioni che diventa monotono e si perde tutto il gusto della lettura. Tanto valeva comprare un catalogo fotografico della Roma del ventennio fascista...

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